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i 150 anni del club alpino italiano

una storia di montagne, una storia di nazione. Quintino Sella e Giovanni Barracco, un piemontese e un calabrese scalarono il Monviso e intuirono che le vette possono unire.

 

 
Il carattere nazionale del CAI fu presente nell’idea fondante, e non a caso Quintino Sella volle accanto a sé sul Monviso Giovanni Barracco “onde venisse a rappresentare l’estrema Calabria, di cui è oriundo e deputato”.
La salita con Barracco, e quindi del rappresentante allora del profondo sud, è la dimostrazione che la visone nazionale di Sella aveva colto nel segno. Italia e Cai una storia parallela. Una storia che ha preso il via a Torino nell’ottobre 1863, ma che è nata dai fermenti per la fondazione d’Italia due anni prima, prendendo corpo nell’agosto 1863 con la salita alla cima del Monviso del Ministro delle Finanze Quintino Sella, accompagnato dal deputato calabrese Giovanni Barracco, cui è dedicata una punta.
 “Nella lettera scritta da Sella all’amico Bartolomeo Gastaldi, di ritorno dalla cima del Monviso, ci sono tutte le motivazioni, attualissime ancora oggi, che hanno portato alla costituzione del CAI, il quarto club alpino d’Europa. Le celebrazioni non vogliono solo essere autocelebrazioni di una storia lunga e importante, che ha avuto personaggi illustri ed è andata di pari passo con la storia d’Italia, ma vanno spostate oggi sull’attualità in una società certamente cambiata, ma in cui le esigenze dell’uomo sono sempre le stesse” ( intervista al Presidente Generale del CAI, La Stampa ,14 dicembre 2012.

 

Intervengono:
 UMBERTO MARTINI, Presidente Nazionale CAI, PIERLUIGI MANCUSO, Presidente Regionale  CAI, MARTA PETRUSEWICZ, Università della Calabria,  FRANCESCO BEVILACQUA, autore di guide sulle montagne calabresi,  MAURIZIO BARRACCO,  Fondazione Napoli Novantanove